Riqualificare per sopravvivere: possiamo vincere la sfida dell’efficienza energetica?

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Hai pensato a quali sono le vere sfide dell’efficienza energetica?

Sono davvero molte quelle che ci troviamo ad affrontare attualmente, ma la ristrutturazione degli edifici è fondamentale poiché rappresenta il 36% delle emissioni di CO2. Però… non è sufficiente agire individualmente!

Gli ultimi anni hanno visto le estati più calde di sempre in tutta Europa, con alcuni paesi che hanno riportato temperature record ben superiori ai 40°C.

Di fronte alla necessità globale di utilizzare sempre più energia solo per mantenere comfort e benessere negli spazi di vita, la progettazione degli edifici in cui viviamo è una questione sempre più critica.

Gli edifici e il comparto delle costruzioni sono causa di quasi il 40% delle emissioni di CO2 a livello mondiale e il 36% del consumo globale di energia finale. 36% è anche la quota percentuale con cui l’Europa mira a ridurre il consumo energetico nel settore edilizio entro il 2030, con una serie di iniziative e misure a livello comunitario.

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La sfida che dobbiamo affrontare nel prossimo futuro non riguarda in particolare la costruzione di nuovi edifici, visto che tutte le nuove costruzioni sono in linea con la legislazione e gli standard dell’UE e idonee per un uso futuro. La complessità risiede invece nella ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente: in gran parte dell’Europa, come in Italia, infatti, gli edifici sono per la maggior parte antecedenti a qualsiasi criterio moderno o standard di prestazione energetica e richiedono una riqualificazione profonda per conformarsi.

Ciò non si tradurrebbe solo in abitazioni e spazi commerciali efficienti dal punto di vista energetico, ma creerebbe anche nuovi posti di lavoro, ridurrebbe la dipendenza dall’energia importata, diminuirebbe la povertà energetica e renderebbe in definitiva il mondo un luogo più confortevole in cui vivere.

Stando ai ritmi di riqualificazione attuali, però, non si pensa sia possibile raggiungere un rinnovamento completo prima della fine del secolo. Per quale ragione?

Se l’efficienza energetica è così eccezionale, cosa stiamo aspettando?

Essenzialmente sono due i principali limiti che impediscono di affrontare il problema dell’efficienza energetica degli edifici più vecchi:

  • Un ostacolo culturale – come consumatori, abbiamo un’enorme influenza collettiva sul settore energetico attraverso le nostre pratiche di consumo, ma non è ancora sufficientemente diffusa la consapevolezza, che faccia comprendere quanto determinate scelte e cambiamenti nello stile di vita a livello individuale possano fare la vera differenza.
  • Un ostacolo economico – anche per le persone che accettano la necessità di cambiare, questo cambiamento non è sempre possibile e praticabile, considerati i costi medi che vanno sostenuti per un intervento di ristrutturazione. Sfortunatamente, nonostante alcuni programmi di incentivi dell’UE, tra cui sovvenzioni, riduzione dell’IVA e prestiti alle imprese, è improbabile che l’attuale adozione sia sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 2030.
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Come bisogna agire?

La serie di obiettivi, misure e incentivi dell’UE è già pronta, ma manca ancora è la volontà di sfruttare quanto viene messo a disposizione per raggiungere quegli stessi target. Un fattore è la mancanza di stime basate sull’evidenza relative al risparmio energetico atteso dalla ristrutturazione degli edifici, ai benefici sociali o ai vantaggi più ampi per i consumatori domestici e aziendali.

Cosa serve quindi?

  • L’industria dell’edilizia deve comunicare in modo chiaro ed esaustivo i benefici in termini di salute, economia e riduzione dei consumi energetici.
  • Le istituzioni (compresa l’UE) devono fornire migliori informazioni sulle politiche e sulle misure per incentivare ristrutturazioni economicamente vantaggiose degli edifici più vecchi, con l’obiettivo di convertire gli influencer del settore e dell’opinione pubblica in ambasciatori, per aiutare a superare le barriere culturali e comportamentali.
  • I consumatori devono avere fiducia e supportare la necessità di cambiamenti dello stile di vita rispettosi del clima.

Tuttavia, ciò non accadrà se i vari soggetti interessati continueranno ad agire individualmente e non con un progetto congiunto che includa l’industria, l’amministrazione, il governo e i consumatori. Come fare? Serve chiarire le vere motivazioni per cui non interveniamo, superare dubbi e paure e soprattutto capire che che “nessun cambiamento” non è un’opzione. A questo punto, quando agiremo?

Testo originale dell’articolo su URSA.COM
https://ursa.com/news/renovate-to-survive-can-we-beat-the-energy-efficiency-challenge/