Qualità dell’aria indoor: come influisce su salute e benessere?
Hai mai sentito parlare di “sindrome dell’edificio malato“?
Tradotto dall’originale Sick building Syndrome (SBS), il termine descrive situazioni in cui gli abitanti di un edificio sperimentano sulla salute e sul benessere effetti presumibilmente collegati al tempo trascorso nell’edificio stesso, senza però poterne identificare una causa specifica scatenante.
La domanda che ne sorge spontanea è: quanti sono gli edifici che si trovano in condizioni insalubri o sono soggetti ad alto livello di inquinamento indoor? E quanta la popolazione che ne risente?
Mentre l’inquinamento outdoor è diventato una priorità nel quadro delle politiche ambientali in Europa e la qualità dell’aria è oggetto di regolamentazione e monitoraggio, il tema dell’inquinamento domestico è ancora troppo sottovalutato: parliamo spesso di stato di salute dell’ambiente ma quasi mai di salute degli edifici.
Dato che però la maggioranza delle persone trascorre la gran parte del proprio tempo – si stima fino al 90% – in ambienti chiusi, come abitazioni, luoghi di lavoro o scuole, la salubrità dell’aria che respiriamo al loro interno è fondamentale, in quanto può avere un impatto significativo sulle condizioni fisiche e mentali oltre che sul benessere.
Ed è proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che mette in evidenza il legame tra una cattiva qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality – IAQ) con una serie di problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, asma, allergie, malattie cardiovascolari e cancro.
Come l’aria di qualità migliora la qualità della vita
La qualità dell’aria viene definita in funzione di alcuni parametri, come temperatura, umidità relativa, microbiologia (presenza di muffe e batteri), ventilazione, luce naturale, contenuto di inquinanti e polveri.
La temperatura è forse l’elemento più immediato da percepire e a cui ricondurre il proprio comfort: ideale è mantenere temperature medie comprese tra 20 e 24°C e distribuire in maniera uniforme l’aria negli ambienti, evitando la creazione di ristagni di calore, riducendo la sensazione di afa in estate e quella di freddo in inverno.
Il livello di umidità ottimale di un ambiente chiuso si aggira tra il 40% e il 60%. Un’aria troppo secca, comune in ambienti riscaldati senza adeguata umidificazione, può causare irritazioni delle mucose e della pelle. Al contrario, un’umidità eccessiva promuove la proliferazione di muffe e acari, che possono avere effetti di diversa entità sulla salute scatenando o amplificando allergie e patologie respiratorie, ma anche generando affaticamento e sintomi di malessere generale.
Un’elevata concentrazione di polveri sottili, fumi o pollini causa disagi respiratori e aumenta il rischio di allergie, asma e patologie croniche: un’aria ben filtrata e pulita riduce l’esposizione a questi agenti e contribuisce alla creazione di un ambiente sano.
Inquinanti come i COV (ovvero Composti Organici Volatili, uno per tutti la formaldeide) rilasciati da arredi, rivestimenti e materiali da costruzione, toner di stampanti, solventi e detersivi, o il Radon (gas radioattivo che viene rilasciato dal terreno stesso e che tende ad accumularsi in ambienti chiusi) possono provocare mal di testa, irritazioni e affaticamento ma anche disturbi cronici. Un ambiente privo di queste emissioni migliora il benessere quotidiano e riduce la possibilità di danni a lungo termine.
E ancora, l’accumulo di CO₂, che viene emessa in primis a causa della nostra respirazione, è comune in ambienti chiusi e affollati: la saturazione di anidride carbonica e l’effetto di “aria viziata” sono causa di sonnolenza, ridotta capacità di concentrazione e mal di testa. Un ricambio di aria costante migliora la concentrazione e il rendimento.
Un’aria pulita e con livelli ottimali di umidità contribuisce inoltre nell’ambiente domestico a migliorare la qualità del sonno, ridurre lo stress e aumentare il relax.
Se tutte le osservazioni precedenti valgono a livello generale, ancora più attenzione sul tema della salubrità dell’aria va prestata nel caso delle categorie di popolazione più vulnerabile, quelle di bambini e anziani, come anche dei soggetti allergici e asmatici. I bambini hanno un sistema immunitario ancora in via di sviluppo ed è per questa ragione che sono particolarmente sensibili a irritazioni e allergie respiratorie causate da un’aria inquinata. Allo stesso modo, negli anziani, spesso più fragili dal punto di vista respiratorio, si possono aggravare patologie preesistenti come l’asma o la bronchite cronica.
Come migliorare il benessere abitativo negli ambienti chiusi
Per migliorare il comfort abitativo negli ambienti in cui passiamo il nostro tempo è necessario adottare in primo luogo delle buone prassi quotidiane.
Uno dei punti di partenza è la regolare pulizia degli ambienti, per eliminare polveri e ridurre la presenza di pollini e di batteri.
Aprire le finestre per far circolare aria ad intervalli regolari, sempre evitando gli orari di massimo traffico, è fondamentale per ridurre il tasso di CO2, che deriva negli ambienti chiusi in primo luogo dalla respirazione umana, e che tende pertanto ad aumentare in maniera importante specialmente nei luoghi affollati.
Una corretta ventilazione permette anche di ridurre il tasso di umidità legata alle più semplici attività domestiche, come lavarsi, cucinare, stendere i panni.
Non dimentichiamo il fumo di sigaretta, una delle principali fonti di inquinanti indoor:
evitare di fumare in casa è una misura essenziale da adottare.
La presenza di piante negli spazi abitativi è toccasana: la vegetazione assorbe CO2 e rilascia ossigeno nell’ambiente, e la sua azione benefica, combinata con quella della ventilazione, è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria indoor. Esistono poi piante anche dette “mangia smog”, ovvero in grado di assorbire e metabolizzare alcuni inquinanti pericolosi per l’uomo.
Se da un lato è fondamentale consolidare alcune abitudini, dall’altro è importante intervenire sull’involucro edilizio e sulle dotazioni dell’edificio e dei singoli immobili, utilizzando materiali adeguati e adottando tecnologie e sistemi mirati.
A livello impiantistico, quando non sia possibile ventilare aprendo le finestre, o comunque a integrazione del ricambio naturale di aria negli ambienti, intervengono in aiuto le tecnologie di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC), che permettono di far circolare in maniera costante l’aria, spesso anche filtrandola, mantenendo costante la temperatura interna e riducendo la necessità di riscaldamento e raffreddamento e mantenendo un’efficienza energetica elevata.
Il controllo di umidità e il mantenimento dei valori ottimali è cruciale in ambienti umidi, come bagni o cucine, o nelle stagioni piovose: può essere effettuato grazie all’utilizzo di umidificatori e deumidificatori, che regolano automaticamente il livello di umidità in base ai parametri impostati e possono talvolta essere anche integrati con sistemi di purificazione dell’aria.
Per quanto concerne invece l’involucro edilizio, l’isolamento degli edifici dal punto di vista termico e acustico è senza dubbio una delle strategie più indicate per migliorare il benessere abitativo, in quanto la sua azione, combinata alla posa di serramenti a taglio termico e ai già citati sistemi di ventilazione, permette infatti di mantenere le condizioni di comfort termico ottimali evitando inoltre sprechi energetici in ogni stagione (raffrescamento estivo e riscaldamento invernale).
Sul fronte dei materiali isolanti, per ridurre il livello di inquinamento indoor e promuovere un ambiente più salubre, è fondamentale è necessario in primis ridurre le fonti nocive e scegliere soluzioni che garantiscano non solo ottime prestazioni tecniche dal punto di vista termico ma che siano di alta qualità, durevoli e sicure per l’uomo e per l’ambiente.
La scelta va indirizzata preferenzialmente a materiali che rispettino determinati requisiti: sostenibilità ed ecocompatibilità, riciclabilità, minime emissioni e Contenuto di Composti Organici Volatili (COV), gas serra, solventi e sostanze tossiche.
È importante considerare le proprietà di resistenza all’umidità e al vapore acqueo, che li rendono ideali per applicazioni in ambienti umidi o soggetti a condensa, limitando la proliferazione di muffe, e tenere in considerazioni le eventuali caratteristiche antimicrobiche dei prodotti, perché queste contribuiscono a ridurre la presenza non solo delle stesse muffe ma anche di batteri e virus.
Per essere certi della qualità dichiarata dei materiali vanno sempre privilegiati prodotti certificati secondo standard riconosciuti a livello internazionale che ne attestino le caratteristiche ecologiche e la sicurezza.
Gli studi sulla indoor air quality
Negli anni sono numerosi gli studi scientifici che hanno esplorato l’importanza della qualità dell’aria interna e dell’isolamento degli edifici per la salute delle persone mettendo in evidenza diversi aspetti:
- l’impatto negativo di inquinanti interni sulle malattie respiratorie, le allergie e altre patologie, in particolare nei bambini e negli anziani
- l’esistenza di una relazione tra le caratteristiche delle abitazioni di scarsa qualità o in stato di abbandono e la salute degli occupanti
- l’importanza del comfort ambientale e dell’isolamento degli edifici, nonché della adozione di materiali e sistemi sicuri per l’uomo e per l’ambiente.
È interessante anche notare come alcune delle ricerche abbiano assunto un ruolo importante nel promuovere politiche di riqualificazione edilizia per migliorare la salute pubblica nelle comunità con alloggi vetusti e in condizioni precarie, evidenziando come investire nella ristrutturazione degli edifici non sia solo una questione di efficienza energetica, ma anche di salute e qualità della vita.
Se desideri approfondire il tema:
World Health Organization (WHO)
WHO guidelines for indoor air quality: selected pollutants – 2010
https://www.who.int/publications/i/item/9789289002134
Harvard T.H. Chan School of Public Health
The impact of green buildings on cognitive function – 2017
https://www.hsph.harvard.edu/c-change/news/the-impact-of-green-buildings-on-cognitive-function/
European Respiratory Journal
https://publications.ersnet.org/content/erj
U.S. Environmental Protection Agency (EPA)
https://www.epa.gov/indoor-air-quality-iaq
https://www.epa.gov/sites/default/files/2014-08/documents/careforyourair.pdf
ISPRA
Inquinamento indoor: aspetti generali e casi studio in Italia – 2010
https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00010300/10392-rapporto-117-2010.pdf/
ISS – Istituto Superiore di Sanità
Decalogo ISS per migliorare la qualità dell’aria domestica. E la nostra salute
https://www.iss.it/-/in-casa-tira-una-brutta-aria-un-decalogo-iss-per-migliorare-la-qualita-dell-aria-domestica-e-la-nostra-salute